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sabato 27 aprile 2013

Dove piega l’ombra il cipresso - Poesia di Maria Grazia Vai (Introspezione)

 
dove piega l’ombra il cipresso
 
 
 
La pioggia di fine inverno,
quella bocca urlatrice di sogni,
che trema e sanguina, come impazzita,
fin dentro i palmi di un respiro,
 
nel fondo senza nome d’un veliero
che esplode come un cantico,
tra i solchi impolverati dei mattoni
e il greto a vista -seppur nascosto,
del silenzio-
 
cercandoti corolla tra i petali
del salice, fin dove arriva
a sgretolarsi il cielo e si ritrae
Come l’incenso tra i passi
dell’aurora.
 
E potessero sfaldarsi anche
le mura dei tuoi  pianti, e naufragarmi al
seno, come fossi tu la pioggia
ed io, la sabbia e il suo castello
 
E il vento di un istante,
edificarti un albero, oppure un nido
senza fondo, né scale silenziose.
 
Né piccole finestre -al posto dello sguardo.-
  
 
Maria Grazia Vai
ventisetteaprileduemila13
 
“ a mia madre e a mio padre, che le riposa a fianco “
 
 
 
sulle note di " Walk " di Ludovido Einaudi
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