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giovedì 11 luglio 2013

Scarabocchi e Lampioni


SCARABOCCHI  E LAMPIONI

 



Come fosse l’ebbro respiro d’ogni
pagina rossa, l’aria inonda -ovunque i cancelli 
spogliano le vene del loro silenzio.
Mutando negli occhi di delicate gesta,

preziose quanto la voce incastrata tra i
fianchi della più timorosa strada.

Resa i polsi d’un fuoco che spezzando
l’intestino d’ogni nera superficie, scrive
lo sguardo del sorriso, quasi fosse della
luce quell’autostrada che porta fiori
all’umido greto delle parole.


Quel Naviglio che di notte dischiude
il petto dei bianchi chiavistelli, tornando
ad essere la Poesia sulla coraggiosa bocca
di domani. Milano di notte, senza giorni
e senza pioggia
Piuttosto -scarabocchi estivi- a colorare
le nudità di semafori già spenti, e quel
ciglio di luna che sembra un passo incerto,
tra sentieri d’asfalto e un cantico ubriaco
di cicale

quelle che fanno d’ogni gorgoglio
la voce suadente delle fontane. Incessante
e in cerca di spazio, sotto i bastioni di questa città
che m’abbaglia e mi innamora, con la sua dolce
sfrontatezza e il suo rosso, quasi secco pallore.

 E una scorza d’arancia, tra un Martini
e una Poesia.


Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso  
 


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