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martedì 20 agosto 2013

DI ROSE E SCREZIATI AUTUNNI

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DI ROSE E SCREZIATI AUTUNNI

 


T’avrei bevuto fino allo sfinimento
come miele dalle labbra di un bambino
senza toccarti, senza neppure guardarti.
 
L’avrei scritto sotto l’albero del melo
e ancora più a fondo, tra la paglia del
mio nido di conchiglie. Fino a cambiarti
l’esistenza -e a renderti la somiglianza
euforica, tra gli uteri ribelli delle mie
passioni bruciate.
 
Come nessun altro sudore m’avrebbe
innamorato. Come la mia mano
abitasse da sempre la sete nuda delle
tue anziane falene. E la verginità di quel
giorno appena sfiorato, fosse l’unica strada
da percorrere, per conoscere la dolcezza
dei tuoi fiati.
 
Se desideri così tanto addormentare
le ingenue allodole dei tuoi versi
sull’innocenza delle mie innumerevoli ali,
allora spiegami perché non posso essere
quel dolce canto di vento senza fine né
inizio, -e amarti come un telo di fuoco
steso sotto l’ombra dei paradisi proibiti,
 
diventando, del tempo che rimane, la libertà 
negli occhi del tuo sorriso.
 
Poiché qualcosa ancora vola sui dirupi della
tua dolcezza, dove l’acqua mi colora più
dei viola, quasi fossero le dune solitarie
in un deserto di ciliegi. Più degli acini della
mia vigna, prima ancora che il vento si
faccia portavoce della tua vendemmia,
 
ubriacandomi della follia delle tue mani insonni.
Senza rime. Senza neppure averti.
 
Invisibile, tra le parole e i tuoi rintocchi, in una
notte barocca, come d’autunno le mie rose
-di metà agosto.
 
 
Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
sulle note di “Oxygene - The Ocean “


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